Gli anni 70 e gli amici.

Quante volte quando ero piccolo mi chiedevo cosa spingeva alcune persone che avvicinando me ed i miei genitori mi diceva “Sai da quanto tempo conosco tuo padre” o ancora “sai che ti ho visto nascere”, quale molla scattava nel fare una constatazione di “vecchiaia”, ora che lo faccio in prima persona mi rendo conto che probabilmente è l’evidenziazione di un legame di un rapporto che nonostante tutto continua e che ci lega direttamente alla nostra infanzia.

Quante sono le persone che si incontrano in vita? 100, 1000, 10000, un milione, un miliardo?

Altro che amici di Facebook…

Di quelle incontrate nei primi 10 anni della mia vita me ne ricordo diverse ma poche, pochissime possono “classificarle” come amici e ancora meno come “ancora frequentate”, nonostante ne avessi incontrate davvero tante.

Scuole, palestre, oratori, luoghi di vacanze , ogni ambito un moltiplicatore di contatti, considerato che nei primi 3 anni di scuola dell’obbligo ho cambiato 3 istituti (asilo, primina, prima si perché sono stato bocciato anche in primina!!!! Un record credo mondiale, ahimè la voglia di studiare non l’ho mai avuta, ho un ricordo ancora lucido di quando facevo finta di scrivere al Dettato…) considerato che facevo mini-basket, considerato che ogni anno i miei mi portavano in vacanza in un luogo diverso, considerato che sono cresciuto in un oratorio va immaginato quante persone ho conosciuto in quegli anni.

Le prime cotte (quelle non sapevano di esserlo), i primi amichetti del cuore, sono nomi che oggi ricordo in maniera abbastanza lucida ma che, nella maggioranza dei casi, non ho modo di frequentare.

Alcuni di questi non saprei nemmeno riconoscere, chissà con quanti, magari ci incrociamo nella nostra vita quotidiana senza riconoscerci!

E’ chiaro che per parenti e affini, in questo senso, vale un discorso diverso.

Alcuni addirittura li ricordo in bianco e nero (vedi post di qualche giorno fa sulle cromie della vita).

Sto provando a sforzarmi su chi fosse la prima persona che ho conosciuto di cui ho ancora un lucido ricordo, ma è praticamente impossibile.

Luigi Moschera (asilo, recentemente incrociato su Facebook), Pasquale De Simone (vicino di casa), Stefania e Rossella Trio (vicine di casa), sicuramente rientrano tra le persone conosciute entro i primi 5 anni a cui vanno aggiunti parenti e cugini tra questi uno su tutti Riccardo che annovero nella categoria degli amici più che in quella dei parenti ed il cui legame.

Con Pasquale ancora oggi ci vado a giocare a calciotto.

E ancora Alessandro Porzio (primina), Lello e Anna Pirone (amici di famiglia), i compagni di classe delle elementari, o quelli che ricordo Luca Manzo, Gennaro Fusco, Sergio Vacca, Mariangela De Magistris (una delle primissime cotte), Valeria La Saponara, Francesca Sbordone; o ancora i compagni del pullmino (guidato da Carlo, il mitico VW T1BULLI) Eduardo Simeone, Lucio D’Ausilio, Francesca Castellano (una delle prime bruttissime cotte) le cugine Raimonda e Viviana, i fratelli Acampora (entrambe rossi ma di cui non ricordo il nome, forse lui Marco); e ancora i compagni di “altare”, ovvero chi veniva con me al catechismo: Domenico e Luca Cataldo, Alessandro Moreno, Angelo Ghisu.

Ogni cartella i suoi file…

Volendo tirare fuori dei nomi, oltre a Riccardo, già citato, Domenico probabilmente la persona che conosco da più tempo e con cui mi sono interfacciato di più nel corso degli anni (rispetto appunto al tempo da cui ci conosciamo), Francesca Castellano nei miei pensieri per 3 anni della mia infanzia e che quando ho re-incontrato ormai già trentenne non ricordava nemmeno il mio nome.

Cito Ugo De Franchis un mito del mini-basket (era il più forte della squadra), Amedeo Scaramella (un personaggio già in tenera età),