Gli anni 80

I mitici anni 80 , come vengono chiamati, già li ho vissuti e li ho vissuti nella decina forse più significativa della vita di un uomo quella che va dai 10 anni ai 20 anni.

Le scuole medie inferiori e superiori, le amicizie che si saldano, le prime ragazze (quelle vere) le prime esperienze sessuali, la scoperta del mondo, già i mitici anni 80.

E chi se li scorda, il mondo si riempe di colori, il bianco e nero abbandona definitivamente la scena, inizia a formarsi dentro di me il mio essere pubblicitario, alle scuole medie inizio a raccogliere e disegnare tutti i marchi che mi capitano tra le mani, qualsiasi cosa compro o vedo che rappresenti un brand mi colpisce (Kotler, ovvimente era ancora uno sconosciuto).

Negli anni 80 assumo consapevolezza dei miei mezzi, alle scuole medie mi mettono in croce perchè ho le orecchie a sventola (più che a svenola due paralboliche con le quali all’epoca si prendeva anche Kapodistria) i primi anni sono drammatici, corro il serio rischio di crescere complessato come Robbertino di Troisi, non so come mi sono salvato, forse grazie alla mia fervida fantasia che mi teneva impegnato tanti altre cose, ma il rischio è stato grosso, anche perchè l’ambiente delle scuole medie in cui sono cresciuto non era proprio il massimo dell’orizzontalità: la scuola privata del Nazareth…

Non a caso sono davvero poche le persone con cui sono riuscito a mantenere i contatti, almeno frequentemente ancora oggi, e quei pochi li ho incrociati per motivi diversi.

In merito alle amicizie non ero ancora avezzo al crossover, non incrociavo i mondi sociali che frequentavo, tenuti tutti rigorosamente in comparti stagni, questo provoca nei ricordi delle dimnsioni parallelle, è come se avessi vissuto diverse vite, ognuna associata ad un ambiente sociale in cui mi inserivo: scuola, oratorio, palestra, vacanze.

Forse questo mi serviva per sperimentare diversi livelli del mio essere o per cambiare (migliorando o peggiorando) alcuni aspetti in un mondo piuttosto che in un altro, probabilmente (evitando di fare l’istruito…) ricalcando quello che racconta Pirandello nei suoi testi… uno, nessuno, centomila.

Questo forse mi, anzi credo sicuramente, mi ha aiutato a superare i complessi, parlando in termini di marketing, posizionandomi in maniera diversa in ogni ambiente diverso, ovvero provando a migliorarmi sugli aspetti “a rischio” una volta cambiato ambiente. Non è un concetto facile da spiegare ma forse un esempio potrebbe aiutare: se alle scuole medie mi prendevano in giro per le orecchie a sventola, nell’ambiente di vacanza era la prima cosa che facevo notare dando dimostrazione che non ne risentivo (mentendo ma funzionava).

A proposito dei limiti dell’aspetto fisico (per non parlare di bruttezza) negli anni ho consolidato l’idea che non contano, non lo dico perchè con gli anni se ne sono accumulati diversi (tra tutti la perdita dei capelli , ma a questo se ho tempo dedicherò un altro post), ma perchè se da dentro ti senti TOM CRUISE o NICOLAS CAGE e ne sei convinto, stai bene con te stesso e superi tutti i complessi.

Tornando agli anni 80, le prime associazioni spontanee che faccio sono ITALIA vince i mondiali di calcio, Canale 5 e DRIVE IN, lo YUPPISMO, CAROL ALT solo da ultimo il Muro di Berlino e la Perestroijka.

L’assenza totale di eventi legati al nostro paese, nei ricordi, fatta eccezione per un ricordo molto sbiadito della strage della stazione di Bologna (associata sempre alla mia visione dei fatti in seguito al caso Moro), la dice lunga su come io abbia vissuto con leggerezza quegli anni, che probabilmente furono vissuti con leggerenza da un pò troppa gente.

A posteriori, infatti, sapendo che cosa è potuto succedere (a partire dalla Prima Repubblica, passando per l’edonismo reganiano, per arrivare al boom, o finto boom, economico) forse darebbe valsa la pena di essere un pò più attenti…